“Vengo a portare il seme della resurrezione”

La visita pastorale di Gian Franco Saba nei centri dell’arcidiocesi è ripartita da Sennori e Sorso. La Romangia, nei tre appuntamenti inaugurali, ha accolto il vescovo a braccia aperte. Un’assemblea viva e partecipe, segnale forte di un percorso pastorale cominciato tanti anni fa nelle singole parrocchie dei due centri e che sembra destinato a essere duraturo nel tempo. Lo spirito e il calore con il quale l’arcivescovo è stato accolto rispecchia la mission della visita pastorale: creare dei ponti, attraverso l’evangelizzazione, per costruire e valorizzare la dimensione della Chiesa – Casa che genera discepoli missionari. A ricordarlo è stato lo stesso Gian Franco Saba durante l’omelia nella celebrazione inaugurale di sabato 30 aprile nella chiesa di San Basilio a Sennori: «La visita pastorale è un’esperienza di incontro con il Risorto. La mia presenza qui possa essere il segno di Gesù che porta la parola della resurrezione». Il viaggio del pastore si pone dunque come un tempo di incontri, dialoghi, condivisioni, conoscenze, scambi di opinione, preghiera, ascolto della parola e della realtà. A dare il benvenuto all’arcivescovo, il sacerdote, padrone di casa, don Giuseppe Marras, le autorità militari del centro romangino, l’amministrazione comunale con il sindaco Nicola Sassu. Quest’ultimo, con un intervento prima della celebrazione, ha invitato tutta la comunità al consiglio comunale straordinario programmato in occasione della visita pastorale, presente il vescovo, che si terrà venerdì 13 maggio.

Sorso: l’affidamento a Santa Monica e alla Beata Vergine Noli Me Tollere
Una lunga mattinata di preghiera ed emozioni contrastanti che affondano le radici nella fede e nella tradizione, quella che si è svolta il 1° maggio a Sorso. La prima tappa della visita di monsignor Gian Franco Saba in città è stata la chiesa di Santa Monica: alla presenza di padre Luigi Maiocchi, delle associazioni, delle confraternite e dei comitati, è stato recitato l’atto di affidamento della visita pastorale a Santa Monica. Subito dopo, in processione, i fedeli con il vescovo, hanno raggiunto la parrocchia di San Pantaleo dove si è svolta la solenne celebrazione inaugurale. Un gesto simbolico, quello del corteo, che richiama l’esperienza del camminare insieme verso Dio. Prima di giungere a San Pantaleo, un altro atto di affidamento è stato fatto a Maria nel santuario della Beata Vergine Noli Me Tollere, gioiello che incarna lo spirito di una fede solida di una intera città che proprio nel mese di maggio, ogni anno, si anima in occasione del mese Mariano. L’atto di affidamento a Maria, ha commentato l’arcivescovo, è stato significativo: «Lei è stata vera testimone della passione, morte e della resurrezione di Gesù».

L’arrivo a San Pantaleo
L’ultima tappa della lunga mattinata è stata la parrocchiale di San Pantaleo. Don Luca Collu, vicario della Forania del Golfo, nonché parroco, ha fatto gli onori di casa ringraziando il vescovo e invitando l’assemblea ad aprire il cuore all’incontro e al dialogo durante gli appuntamenti della visita pastorale, occasione unica per riscoprire la bellezza dell’essere cristiani. Anche il sindaco Fabrizio Demelas ha preso la parola per sottolineare l’importanza dell’aspetto laico della visita, momento propizio per riflettere sui punti di forza e sulle difficoltà della città. Al termine della Santa Messa, Gian Franco Saba ha voluto rivolgere un primo messaggio all’assemblea: «Vengo qui nei panni di un seminatore del seme della resurrezione che lo Spirito Santo, attraverso la parola Dio, getta nel cuore di ogni singolo e dell’intera comunità». «La visita del vescovo – ha concluso il presule turritano – è l’esperienza di incontro con l’annuncio della resurrezione».