Dopo la visita pastorale del vescovo Gian Franco, conclusasi i giorni scorsi nelle scuole superiori di Sassari, alcuni studenti, particolarmente colpiti dall’incontro con il presule turritano, hanno voluto esprimere le loro sensazioni attraverso brevi cronache delle mattinate trascorse in aula con monsignor Saba. Supportati dai loro insegnanti di religione, hanno redatto per Libertà il racconto in prima persona di un’esperienza che conserveranno tra i ricordi più cari. Di seguito, riportiamo due belle testimonianze provenienti dal Convitto Canopoleno e dal liceo Castelvì.
Nella mattinata di venerdì 8 Aprile, il vescovo Gian Franco Saba è venuto a trovare noi studenti del liceo Margherita di Castelvì, nell’aula magna di via Berlinguer. Inizialmente, sapendo che un’autorità religiosa volesse incontrarci c’è stata un po’ di preoccupazione: come comportarci? Invece poi ci siamo tutti rilassati. Noi ragazzi eravamo davvero curiosi di incontrarlo, con tante domande da proporgli. Al suo arrivo, dopo i saluti iniziali, gli abbiamo mostrato il nostro dono; un progetto che abbiamo pensato di regalargli e per cui ci siamo impegnati per un mese intero. Un video in cui la mia classe, la 4ªF, esprimeva l’essere giovani attraverso i nostri pensieri veri e non frutto di immaginazione. Non è durato molto, pochi minuti, ma al vescovo è sembrato piacere molto e noi siamo contenti, in fondo gli abbiamo donato noi stessi. Dopodiché abbiamo dialogato attraverso delle domande: ragazze che chiedevano come mettersi alla ricerca di Dio, ragazzi che lo interrogavano sul concetto di libertà, c’è stato anche chi gli ha chiesto in quale età si avesse consapevolezza nello scegliere un cammino come quello di fede. Il vescovo ha voluto rispondere a ognuno di noi ricordandosi tutti i nomi di chi gli domandava qualcosa, come se ci conoscesse da tempo. In particolar modo mi ha colpito la risposta sulla ricerca di Dio che per lui consiste nel momento in cui si è capaci di cercare la propria umanità: la via per la ricerca è la propria interiorità che porta al sapersi confrontare e ascoltare, perché ognuno di noi cresce insieme e grazie all’altro. Ma abbiamo trattato anche argomenti come la speranza che per lui è una parola intrisa dei nostri sogni. E per le nostre paure ha suggerito sia meglio affrontarle e non far finta che non vi siano; non dobbiamo fingere di essere supereroi ci ha detto, ma affrontare la realtà e i malesseri che si vivono perché sono proprio causa delle nostre paure e preoccupazioni. Insomma, abbiamo chiacchierato e il vescovo ha soddisfatto le domande di tutti. È stato un po’ come se ci avesse svolto una lezione di vita e prendendoci per mano ci ha capito e consigliato sul come realizzare i nostri sogni insieme. È stato un incontro davvero piacevole che son sicura ci aiuterà a crescere.
Letizia Puggioni
Liceo Margherita di Castelvì
Sassari
Lo scorso 30 marzo, noi ragazzi del Convitto nazionale statale Canopoleno di Sassari abbiamo avuto il privilegio di incontrare ed accogliere il nostro arcivescovo monsignor Saba. Nel corso di questo piacevole incontro – che peraltro tutti noi – studenti e docenti – aspettavamo con emozione – abbiamo interloquito con sua eccellenza e discusso su diversi argomenti di attualità che toccano tutti noi da vicino come il futuro, la speranza e la vicinanza della Chiesa ai giovani d’oggi. Prima di ricevere l’arcivescovo nel nostro Istituto, gli insegnanti di religione dei corsi Classico, Europeo, Cinese e Sportivo professoressa Stefania Faggiani e professor Giuseppe Papa si sono dedicati con cura alla preparazione dell’evento permettendo a tutti noi studenti di partecipare attivamente alla sua preparazione attraverso lo svolgimento di numerose attività in cui siamo stati protagonisti in prima persona. Nei giorni precedenti all’incontro infatti abbiamo letto con grande interesse e coinvolgimento l’epistola inviataci dal vescovo nella quale ci invitava ad affrontare l’anno scolastico con serenità e a riscoprire la «luce della vita» dopo un travagliato periodo come quello della pandemia. Ispirati dalle parole di monsignor Saba, ci siamo quindi subito messi al lavoro e – anche con l’aiuto dei nostri docenti – abbiamo messo per iscritto le nostre riflessioni e descritto i nostri stati d’animo al vescovo. In questo frangente, ognuno di noi ha avuto l’occasione di dare libero sfogo al proprio talento in un’atmosfera di autentica collaborazione. Alcuni di noi, infatti, hanno coinvolto il pubblico organizzando un piccolo concerto sulle note di un brano gioioso capace di strappare un sorriso e rallegrare sia noi studenti che il nostro gradito ospite mentre sventolavano numerose e colorate bandierine di carta (sempre ideate e realizzate da noi) con le quali si simboleggiavano sentimenti di pace, fraternità e felicità. Altri, invece, si sono fatti portavoce di noi studenti formulando interessanti quesiti a voce, e infine, abbiamo realizzato un piccolo dono per il vescovo «un piccolo libretto» che ha raccolto molti nostri pensieri incentrati su parole chiave, come «luce», «futuro» e «speranza», dono che abbiamo consegnato al nostro amato pastore alla fine dell’incontro. Durante l’incontro che si è svolto successivamente in aula magna, l’arcivescovo ha interagito con noi studenti spostando la nostra attenzione sul concetto e sul valore del dialogo. Infatti, dopo aver ascoltato le domande postegli dai nostri compagni, ha dato inizio a una discussione brillante, profonda e precisa, durante la quale tutti noi, sia ragazzi che docenti, ci siamo sentiti piacevolmente coinvolti. Grazie alle parole di monsignor Saba, abbiamo meditato sull’importanza del dialogo come mezzo di unione e serenità, avendo lui asserito che è fondamentale comunicare l’uno con l’altro, in particolare tra noi giovani d’oggi, per ritrovare quella agognata «pace» che la pandemia da Coronavirus e l’attuale conflitto militare tra la Russia e l’Ucraina hanno spudoratamente soppresso. Il vescovo ha poi fatto una riflessione sulla tematica dell’indifferenza in relazione alla pace stessa, in quanto questa problematica è uno dei maggiori ostacoli quando si va in cerca della serenità e di un futuro luminoso e consapevole. Infine, in questa stessa ottica, ha dedicato le sue parole alla rinomata vicinanza della Chiesa ai giovani, tanto in momenti di difficoltà quanto in momenti gioiosi. Monsignor Saba, insieme ai suoi collaboratori, ha poi rinnovato l’invito presso l’arcivescovado, in un nuovo luogo di incontro, unione e confronto da poco creato apposta per tutti i giovani della Diocesi come vero e proprio «caffè letterario» che è stato chiamato «Il posto Affianco», situato nel centro storico di Sassari, che ha come fine quello di portare avanti le medesime riflessioni e consentire ai ragazzi di condividere uno spazio in cui poter studiare e socializzare. Un altro momento cruciale del vivace incontro, inoltre, si è svolto quando è stato proiettato un breve filmato, realizzato dalla professoressa Faggiani in collaborazione con il corpo docente, gli studenti e il rettore del Convitto nazionale Canopoleno, il professor Stefano Manca. I contenuti del simpatico filmato si concentravano su una serie di immagini e brevi video risalenti alle giornate precedenti all’incontro con l’arcivescovo durante le quali ci siamo impegnati in tutte le attività di accoglienza. Al termine dell’incontro, monsignor Saba ha regalato alla nostra scuola con tanto affetto un meraviglioso dipinto realizzato da un celebre artista isolano. A seguire poi, le scriventi hanno avuto l’onore – insieme ad altre alunne – di illustrare le origini del complesso del Canopoleno e del suo fondatore Antonio Canopolo e di accompagnare l’arcivescovo Saba nelle aree più importanti dell’Istituto per permettergli di conoscere meglio l’ambiente nel quale trascorriamo il nostro anno scolastico. Inoltre, abbiamo avuto il piacere di essere supportate dal rettore Stefano Manca che, per tutta la visita, ha mostrato insieme a noi con tanta gioia e trasporto emotivo la scuola. Abbiamo trovato opportuno presentare sia gli ambienti interni che gli ambienti esterni facendo osservare all’arcivescovo zone caratteristiche come la biblioteca, i laboratori scientifici, le aule studio e il refettorio. Continuando, poi, la visita verso l’esterno del complesso, l’arcivescovo ha avuto la possibilità di ammirare gli estesi e moderni giardinetti e campi sportivi, nei quali, peraltro, alcuni studenti hanno avuto l’occasione di scambiare due chiacchiere con monsignor Saba. Il nostro rettore, conclusa la visita, ha invitato l’arcivescovo e i suoi collaboratori nel suo ufficio, dove sono stati raggiunti dalla professoressa Stefania Faggiani e dal professor Giuseppe Papa, per salutarsi e offrirsi a vicenda i ringraziamenti per la meravigliosa mattinata passata insieme. Con questo articolo ci teniamo a ricordare questa singolare e indimenticabile esperienza ma, soprattutto, a ringraziare nuovamente l’arcivescovo per averci fornito degli interessanti spunti di riflessione con tanta saggezza e magnanimità.
Maddalena Aprea
Elisa Farena
Classe IV EA
Liceo classico europeo
Canopoleno di Sassari