Il tema del guerra nel ritiro del Clero a San Pietro di Sorres

«Messaggero di pace, realizzatore di unione, maestro di civiltà» sono le parole che Papa Paolo VI usa, per descrivere san Benedetto nella lettera di proclamazione a patrono d’Europa, nell’ottobre del 1969. I monasteri benedettini infatti, nel periodo di decadenza dell’Impero Romano, ormai in balia delle invasioni barbariche, sono stati in Europa centri nevralgici per la custodia e la diffusione della civiltà, la cultura e la pace, attraverso la forza trasformante del messaggio dell’amore cristiano.
Tempi in cui saccheggi, violenza, incursioni, la facevano da padrone, la cosiddetta Pax benedictina: che incarnava l’ideale di uomo sapiente e maturo che ha trovato pace nel suo cuore, è stata motore di unità tra i diversi popoli, etnie, anime e linguaggi della nostra Europa. Giovedì 17 marzo scorso, il monastero benedettino di San Pietro di Sorres in Borutta, attraverso questa sua forza simbolica, ha offerto una cornice

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