Covid, Fondazione Accademia in prima linea

Prosegue senza sosta l’impegno della Fondazione Accademia sul fronte del contrasto alla diffusione del Covid-19 che da qualche settimana ha fatto registrare una preoccupante recrudescenza. I giorni scorsi il centro di San Giorgio, in previsione della riapertura dell’anno scolastico, ha reso disponibili alcuni locali della struttura per consentire agli operatori sanitari di fare i test sierologici a tutto il personale della scuola. La collaborazione è nata da un gruppo di circa dieci medici, specializzati in medicina generale, coordinati dalla dottoressa Chiara Musio, che a suo tempo avevano fatto richiesta alla Fondazione di poter usufruire di spazi idonei per poter eseguire in sicurezza gli esami su docenti e personale amministrativo e tecnico. Una richiesta subito accolta dalla Fondazione, che, attraverso l’arcivescovo Gian Franco, ha messo a disposizione cinque sale debitamente attrezzate per poter fare i test sanitari. L’attenzione della Fondazione verso le necessità della comunità, e in particolare per la salvaguardia e la tutela della salute, è sempre molto alta. Come si ricorderà, infatti, nel periodo più acuto dell’emergenza sanitaria, la struttura fondata da monsignor Saba aveva trasformato parte dei suoi spazi in centro covid, ospitando personale sanitario durante la quarantena, una decisione che era stata presa in collaborazione con la prefettura di Sassari titolare del centro di coordinamento delle attività anticovid. Per diverse settimane, gli ampi spazi della sede che ospita il corso di alta formazione in antropologia scienza e vita hanno accolto medici e pazienti per consentire loro di trascorrere il periodo di isolamento imposto dalle autorità sanitarie. «Con piacere – spiega Antonello Canu, segretario generale della Fondazione Accademia – anche questa volta stiamo ospitando un gruppo di medici di famiglia come gesto di attenzione verso la comunità e dei professionisti che ogni giorno sono in prima linea nella promozione e tutela della salute, soprattutto in questi mesi fortemente segnati dalla pandemia». «Nel nostro piccolo – prosegue Canu – vogliamo proseguire nel dare una mano e metterci a servizio del territorio come nei mesi di aprile e maggio quando avevamo messo a disposizione alcune stanze della struttura per il personale sanitario impegnato nei reparti dell’Aou (Azienda ospedaliero universitaria) a cui serviva di un alloggio per motivi di sicurezza». (RedL)