Shoah, sconfiggere l’odio

Gli ultimi episodi risalgono ai giorni scorsi, uno a Mondovì, l’altro a Torino e infine a Bologna. Nel primo caso è stata presa di mira l’abitazione dove fino al 1996 viveva Lidia, ex deportata, testimone oculare degli orrori nei lager nazisti. Sulla porta di casa, dove oggi vive il figlio Aldo, qualcuno, con lo spray nero, ha scritto «Juden Hier»: qui abitano degli ebrei. Pochi giorni dopo è toccato a Maria, figlia della staffetta partigiana Ines, sulla porta della sua casa torinese, ignoti hanno vergato, con pennarello nero, una minaccia orribile: «Crepa sporca ebrea». A Bologna, nel mirino dei soliti ignoti è finito il discendente di una famiglia sterminata nella Shoah, rientrando a casa ha trovato la stella di David disegnata sulla tastiera dei campanelli con una freccia che indicava il suo cognome. Gli episodi,

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