La ricchezza dell’inclusione

Fra i termini ricorrenti nel linguaggio degli anni a venire, «inclusione» sarà forse quello più usato e in certo modo strategico. Economisti, antropologi e sociologi, infatti, si sgolano da tempo nel tentativo di far comprendere a tutti che le nostre comunità saranno sempre più plurali, multietniche e multiculturali. Ne abbiamo parlato tante volte per rimarcare il fatto che certi fenomeni, certe tendenze, non possono essere fermati, ma solo governati e per farlo occorre innanzitutto tanta buona volontà, altrettanto impegno e una buona dose di creatività.
La volontà, perché la gestione di quei fenomeni richiede lo sforzo di tutti, a ogni livello, non è pensabile che una sola componente sociale, o uno stato, da solo, possano far fronte a un impegno così gravoso. È evidente che non si tratta solo di migranti, ma soprattutto dell’inclusione sociale di ogni forma di diversità, perché come la realtà, la comunità umana è plurale e differente,

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