Quando è importante rivolgere una parola di conforto bisogna farlo di persona, senza mediazione né filtri, perché la presenza, da sola, può essere importante per trasmettere solidarietà e vicinanza in un momento delicato, specie quando chi compie quel gesto è un uomo di Chiesa. È la cultura della mano tesa, il gesto fraterno verso chi soffre o prova disagio, l’afflato spontaneo che spiana la strada verso l’incontro e la comunione. Così, i giorni scorsi, il vescovo Gian Franco, in orario di visita,
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