Oltre l’indifferenza, la Pasqua più autentica

Possiamo essere d’accordo o meno, ma finché non ci mettiamo in gioco, finché staremo ai margini, finché ci limiteremo a stare alla finestra avremo comunque torto. Perché partecipare vuol dire prendere parte, avere il coraggio di intervenire, rimboccarsi le maniche e dare il proprio contributo nel dibattito per la soluzione di un problema.
Mai come nel periodo pasquale, la riflessione sul tema dell’indifferenza torna utile per lanciare messaggi, inviti, sane provocazioni. Lo hanno fatto anche venerdì sera centinaia di ragazzi dei gruppi giovanili che malgrado il freddo hanno animato la Via Crucis diocesana. Un lungo serpentone di fedeli ha percorso i vicoli tortuosi della città vecchia, seguendo il vescovo Gian Franco lungo il consueto itinerario che dalla Cattedrale di San Nicola porta fino al sagrato della chiesa di Sant’Apollinare, cuore di quella Sassari storica teatro, nell’ultimo periodo, di diversi episodi che hanno riportato all’attenzione dell’opinione pubblica la questione annosa dei migranti. La singolarità dell’evento, che nella struttura, da un’edizione all’altra, resta sostanzialmente identico, sta nella bella iniziativa promossa

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