Alla ricerca dell’identità perduta

Se mai ci fosse qualche dubbio, le indicazioni di alcuni esponenti del mondo accademico, economico, culturale e religioso – a cui ci siamo rivolti perché indicassero al futuro sindaco le priorità per gli anni a venire – sono quantomeno eloquenti. Sassari è una città alla spasmodica ricerca di un’identità perduta, alle prese con gli effetti negativi di quella recessione che da una decina d’anni a questa parte ha prodotto una serie di disastri. Il declino della grande industria, la crisi dei trasporti, il crollo dell’edilizia, il costo dell’energia, la decadenza delle piccole e medie imprese e la conseguente perdita dei posti di lavoro, hanno letteralmente lacerato il tessuto produttivo di un territorio che un tempo era florido, creando le condizioni che oggi sono sotto gli occhi di tutti. Certo, la situazione politica, nel suo complesso, non ha agevolato la ripresa che oggi è ancora possibile a patto che, andando oltre gli steccati, sotterrando l’ascia di guerra, ci si rimbocchi le maniche recuperando la cultura della cooperazione e lo spirito di solidarietà. I suggerimenti che, idealmente, sono stati dati a chi, dopo maggio, governerà la città, hanno un filo conduttore: rimettere al centro dell’azione politica la persona, con i suoi bisogni primari e le sue angosce, i suoi sogni, i suoi desideri mai realizzati. Non sembri un tema di poco conto, perché nel concetto di persona c’è la famiglia che nei periodi di crisi subisce i peggiori contraccolpi, c’è l’educazione dei figli che garantiscono il futuro e, per essere più concreti,

You need to be logged in to view the rest of the content. Si prega . Non sei un membro? Registrati