Nicola Virdis, quello che i nerd non dicono

È la rivincita del gesto sulla parola, il potere espressivo della mimica, la riprova ulteriore che per divertire, e tanto, non è necessario ricorrere a chissà quale artificio, basta un’idea semplice portata in scena con estro, ma soprattutto con quella spontaneità che oggi sembra essersi persa tra le pieghe più nascoste dell’era digitale.
Nicola Virdis lo ha dimostrato i giorni scorsi sul palcoscenico di Italia’s got talent, quando in cento secondi, come prevede il regolamento del programma in onda su Sky, ha letteralmente conquistato la giuria e il pubblico. Singolare il fatto che tutto questo abbia avuto origine da un personaggio muto, che si esprime a gesti, secondo i canoni di quella comicità minimalista, ma dirompente, che ha travolto perfino il popolo del web.
Lui, figlio unico, ha voluto creare in scena il fratello che non ha mai avuto, il nerd anni Ottanta che riavvolge la cassetta inceppata con la Bic, che balla e si muove a ritmo di musica, che contagia lo spettatore semplicemente «girando attorno», come invita il pezzo di Bonnie Tyler che accompagna la sua ultima, fortunatissima performance. «Un personaggio – spiega Nicola – nato quasi per caso lavorando con Bruno Furnari e Gigi Saronni, due autori incontrati a Torino con i quali è nata subito un’intesa poi sfociata in collaborazione artistica». Nel capoluogo piemontese

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