Comunità, presenze indispensabili

Trent’anni fa, nel 1988, veniva inaugurata la Comunità «Maria Madre dei poveri», a La Crucca, vicino a Porto Torres. Allora in Sardegna esistevano cinque comunità: le nostre tre di «Mondo X» (Cagliari, Siligo, Uta), quella di padre Giacomo Pittalis ad Alghero e quella di don Angelo Pittau a Morgongiori.
La «scesa in campo» in Sardegna del «milanese» don Chino Pezzoli, per di più su invito e su terreni della «continentale» Eni, poteva suscitare la reazione dell’orgoglio nuragico, ferito da frustrazioni mai elaborate dalla occupazione cartaginese in poi. Quella mattina di trent’anni fa io ero presente alla camera di commercio di Sassari: non come spettatore curioso o sardo rancoroso, ma a fianco a don Chino, contento di dargli il benvenuto, di presentarlo a tutti con orgoglio, disponibile ad alleviare qualche ostacolo per quella «u» mancante alla finale del suo cognome o per il fatto che non sapesse portare cambales e berritta. La ragione della nostra immediata e fraterna accoglienza

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