Farsi pellegrini verso la mèta

Essere pellegrini sul serio è qualcosa di molto diverso dall’essere turisti o visitatori. Farsi pellegrini, uscendo dalla dimensione del quotidiano, dal proprio ambiente vitale, affettivo e lavorativo, è come entrare in un tempo speciale della propria esistenza: un pellegrinaggio particolare dentro al pellegrinaggio della propria vita.
Tra le mete più care ai pellegrini c’è ovviamente Lourdes, dove anche dalla nostra diocesi quest’estate si stanno recando migliaia di pellegrini, in gruppi organizzati da varie associazioni (Unitalsi in testa) e parrocchie.
Lourdes. Questa terra sospesa tra Pirenei e cielo, tra Francia e Spagna. Tra terreno e divino.
Andare a Lourdes non è mai abitudine, non può essere turismo religioso. È un ricercare profondo le sorgenti della fede in sè. Come quella sorgente nella Grotta di Massabielle, indicata da Maria e trovata dall’umile veggente, Bernardette Soubirous, oggi santa, e che ancora oggi zampilla.
Come tornare a casa di una Mamma che è pronta ad ascoltare, a comprendere, ad aiutare, a difendere. A Lourdes Maria si è fatta presente fisicamente per riavvicinare terra e cielo. E’questo che attira laggiù: stare

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