Le radici della Chiesa turritana

Dire cos’è un pellegrinaggio pare cosa facile qualora lo si voglia ridurre ad indicare i due estremi geografici che esso congiunge; in realtà esso è qualcosa di più di questo. Quando ci si mette in pellegrinaggio infatti , come è accaduto nella notte del 19 maggio scorso, il Popolo di Dio, afferma una verità fondamentale dell’esistenza cristiana: siamo pellegrini ma non erranti! Pellegrini cioè che sanno di dove si viene e dove si va e non erranti, “in balia delle onde e trasportati qua e là da qualsiasi vento di dottrina” (Ef, 4, 14).
Così anche il variegato popolo che si è messo in marcia verso Porto Torres insieme all’Arcivescovo Mons. Gian Franco Saba ha voluto affermare questo livello minimale del pellegrinaggio come affermazione di senso. A questo però se ne aggiunge un altro tutto peculiare; il pellegrinaggio alla tomba dei Martiri turritani non è stata una fuga in avanti ma un volgersi indietro. Infatti, benché nel cammino i pellegrini andassero evidentemente avanti, nel contempo è anche vero che si andava indietro, ossia in quel passato che ci ha generato nella fede cristiana. Insomma un riandare con la memoria alle nostre radici per ritrovare e riaffermare la nostra identità cristiana. Proprio come diceva Giovanni Paolo II “ogni identità collettiva suppone una memoria comune. Questa memoria culturale etico-religiosa e storica

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