Nel vento e nel cuore: il messaggio di Mons. Saba al termine della Celebrazione

La giornata meteorologica del 13 settembre a Olbia era quella giusta per alimentare i desideri e l’attesa: un vento leggero ma deciso portava la brezza del mare, sventando l’oppressione delle trascorse settimane di un’estate furente. È stato il primo sollievo, dopo il viaggio da Sassari, per chi, stando sulle sedie sistemate sull’erba o più lontano sulle tribune del campo sportivo allestito per la sacra ordinazione, aspettava di vedere finalmente il nuovo Arcivescovo. Considerata la distanza dall’ ‘altare’ che dell’ordinando lasciava intravvedere solo la figura, l’attesa è stata tutta per l’ascolto: che cosa avrebbe detto, con quali toni, accentuazioni e pause.
Del primo discorso di Mons. Saba da vescovo non si fa qui l’esegesi: altre saranno le sedi e le occasioni. Solo le impressioni del momento, l’emozione del primo incontro, che spesso decide dell’avverarsi di una giusta comprensione dell’altro.
L’emozione c’è stata: la voce arrivava chiara, parole dette con mitezza e ritmo, non elevate solo al cielo ma dirette a chi era proteso ad ascoltare. In molti casi indirizzate a persone chiamate con semplicità per nome. Pause ristoratrici nel fluire dei concetti e leggerezza ‘poetica’: per esempio nelle immagini suscitate

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