Diaconìa e Diaconi: tra libertà e tentazioni

Le parole del diaconato sono quattro: Vangelo e Atti degli Apostoli, Eucaristia, Carità, Servizio.
Non appartengono, invece, al diaconato altre parole, abbastanza comuni: contare, potere, separare, comandare.
E nemmeno appartengono al lessico diaconale: isolare, escludere, possedere, impadronirsi.
Vangelo esige servizio della Parola. Lasciarsi conquistare dalla Parola. Nutrirsi della Parola. Lasciarsi espropriare dalla Parola.
Eucaristia è rendimento di grazie. Nulla mi appartiene, perché io appartengo. Sono pane spezzato e sangue versato, non padrone del Sacramento. Eucaristia è cibo e bevanda, senza misura per tutti, finché ne vogliono. Anche se dovessero avanzare dodici ceste.
Carità è amore donato e ricevuto. Donato perché l’ho ricevuto. Ricevuto perché possa donarlo. L’amore del diacono è sostanza e stile di vita, un bisogno dell’esperienza crocifissa.
Servizio è avere mani che distribuiscono, povertà che scaturisce dalla ricchezza messa a disposizione e regalata.
Se queste quattro colonne del diaconato vacillano o non esistono, chi viene ordinato

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