A Porto Torres, nelle scuole e nelle parrocchie

La lunga mattinata che ha portato alla concelebrazione in Basilica per la chiusura della visita pastorale a Porto Torres ha avuto inizio con l’arrivo dell’arcivescovo Gian Franco Saba nei pressi della Torre aragonese in piazza Cristoforo Colombo. Ad accoglierlo, a pochi passi dal porto, c’erano le autorità religiose, civili e militari in rappresentanza del territorio. Dopo i saluti e l’accoglienza, il corteo si è recato in processione per giungere, attraverso il corso, all’interno dell’imponente basilica dedicata ai Santi Martiri Gavino, Proto e Gianuario. Un gesto simbolico, un cammino che unisce, che crea ponti tra il mare sul quale si affaccia la città turritana e la sua Comunità, entrata in diretto contatto con l’arcivescovo nell’ultimo mese. La prima visita pastorale di Gian Franco Saba non poteva che partire dal luogo simbolo del culto dei martiri e punto di riferimento per l’intera arcidiocesi. Anche per questo, fin dall’inizio, particolare attenzione è stata data ai siti archeologici, alla storia e alle radici di una città che ha ancora tanto da raccontare. L’Antiquarium turritano, la cripta in basilica e l’atrio metropoli sono solo alcuni esempi di questo importante patrimonio. La visita pastorale è andata avanti senza sosta per quasi un mese, il dialogo con la comunità è stato costante, tante porte sono state aperte perché in certi contesti occorre varcare la soglia e giungere fino al focolare. È il caso di alcune realtà difficili, strabordanti di dignità e ricche di fede, che hanno accolto a braccia aperte l’arrivo del vescovo, in silenzio. Ed è proprio in maniera privata che umanità e dialogo vengono fuori nelle loro forme più pure e dirette. Grande attenzione è stata rivolta anche alla sfera del lavoro, con particolare riferimento al mondo portuale, tra sfide territoriali, crisi e prospettive. La presenza fisica del pastore è servita a riaccendere i riflettori sull’universo del porto, che nel corso della storia è stato vivo centro di scambio per economia e civiltà. Durante la visita pastorale, l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Massimo Mulas ha risposto con disponibilità e presenza: ha accolto l’arcivescovo in una seduta del Consiglio comunale per un confronto e lo ha accompagnato di volta in volta nelle tappe tra i tanti luoghi d’interesse storico e culturale della città. Numerose le belle realtà emerse, come quella dell’artista locale Giovanni Dettori, che ha realizzato una xilografia intitolata «Ecce Homo», dedicata alla via crucis e donata dall’amministrazione all’arcivescovo proprio in occasione dell’assemblea in municipio. L’abbraccio della comunità è stato espresso anche grazie al coinvolgimento dei più giovani, entusiasti di partecipare da protagonisti ad alcuni eventi a loro dedicati, come il concerto al Teatro Parodi. Entusiasmo e curiosità per la presenza di monsignor Gian Franco Saba anche da parte degli studenti dell’istituto nautico e del liceo scientifico. Ragazzi e ragazze delle scuole hanno avuto un momento di confronto col pastore all’insegna della familiarità all’interno dei singoli istituti che ne hanno ospitato la visita. Prosegue il dialogo con le comunità La chiusura della visita pastorale nella città turritana è solo formale. L’arcivescovo ha più volte sottolineato come le strade e i ponti tracciati a partire dal cammino sinodale lascino le porte sempre aperte al dialogo con le varie comunità. Il lavoro svolto a Porto Torres è solo l’inizio di un percorso che, di fatto, abbraccia, accoglie, unisce e convoca in modo costante. La visita pastorale non deve essere considerata come un evento sotto i riflettori con una data di scadenza ma un reale momento di condivisione capace di creare rete.