La verità delle storie buone

Durante le interminabili giornate del lockdown, compressi tra le mura domestiche, tra un flash mob e una canzoncina sul balcone, circolava anche una sorta di mantra che preconizzava una società migliore, più solidale e tollerante. Quel «Mai più come prima» rimbalzava da un terrazzino all’altro dando la parvenza, davvero, di una comunità coesa, aperta e sensibile ai problemi dell’altro. Poi è successo che una ragazza di 23 anni, dopo 18 mesi di prigionia, è tornata alla famiglia, grazie allo straordinario lavoro della diplomazia italiana. Ma, ai rappresentanti del Governo e ai giornalisti, che l’aspettavano nell’aeroporto di Ciampino, per il bentornato, si è presentata con l’abito tradizionale somalo annunciando che durante la detenzione aveva abbracciato la religione

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