La Madonna entra nelle case dei fedeli

Già da due settimane, con l’inizio del mese di maggio, congiuntamente alla fase due dell’emergenza Corona virus ha preso il via quel tempo che nella nostra tradizione religiosa viene chiamato «Mese Mariano». Anche questo tempo, particolarmente caro ai cristiani perché caratterizzato da molteplici espressioni religiose di devozione a Maria, come tutti gli aspetti del nostro vivere, in questi mesi, non è stato esente dalle influenze provocate dalla pandemia. La figura di Maria, che nel vangelo è normalmente l’emblema del silenzio, nella vita dei fedeli invece è colei che parla al cuore e che annuncia la buona notizia, certamente non con discorsi ma con la sua stessa vita. In un tempo in cui il distanziamento sociale sta influenzando le nostre relazioni, la vita di Maria diventa particolarmente significativa. Maria è donna, è Madre, è figlia, è sposa, è discepola, è serva, è compagna di viaggio e altro ancora; tutto questo dice di lei che è per noi modello di relazione, una relazione vissuta a trecentosessanta gradi attraverso quel rapporto privilegiato con Dio che si chiama «Grazia».
Maria è colei che ha vissuto la sua vita, la gioia e il dolore, il dono e la prova, alla luce di questa relazione con Dio. È il modello di ogni cristiano e la sua figura è più comprensibile di ogni spiegazione teologica. Nel territorio della nostra diocesi il culto mariano si colora di tanti titoli e tutti pregnanti e sentiti nelle singole tradizioni locali, sicuramente il titolo di «Nostra Signora delle Grazie» però è particolarmente sentito, e non solo per la città di Sassari, dove il mese di maggio è animato, nella normalità, da pellegrinaggi quotidiani che affollano il santuario di San Pietro

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