Monsignor Antonio Tamponi è il nuovo vicario generale

Ci sono momenti della storia di una diocesi che segnano il ministero episcopale del suo vescovo specie quando si tratta di affidare incarichi delicati dai quali dipende la prosecuzione dell’attività pastorale. Non è un caso il fatto che la relativa comunicazione ai fedeli venga data in giorni significativi dell’anno liturgico per conferire all’operazione un significato ancora più pregnante. Proprio come è avvenuto stamattina (Giovedì santo) in Cattedrale, durante la Messa crismale, funzione che nel giorno della benedizione degli oli dà l’avvio al Triduo pasquale. Al termine della celebrazione, infatti, l’arcivescovo Gian Franco ha comunicato alcune nuove nomine deliberate nell’intento di garantire il buon governo della diocesi. Monsignor Antonio Tamponi, attuale moderatore della Curia e vicario giudiziale, è il nuovo vicario generale della diocesi, succede a monsignor Mario Simula che cessa il suo mandato conservando, però, la direzione dell’ufficio catechistico diocesano. Monsignor Marco Carta, attuale parroco di Cristo Redentore, nonché delegato per il progetto pastorale diocesano, è stato nominato vicario episcopale per la pastorale con delega ad omnia, mentre don Salvatore Fois, attuale parroco di San Vincenzo, ha avuto la nomina a vicario episcopale per il clero e la formazione permanente dei sacerdoti, infine, padre Francesco Sechi ha cessato il mandato come vicario per la cultura. Contestualmente, il vescovo ha annunciato anche l’ordinazione presbiterale di don Piero Paulesu, che sarà celebrata in Cattedrale il prossimo 24 maggio. Monsignor Mario Simula, come direttore dell’ufficio catechistico diocesano, sarà impegnato nella gestione di un importante progetto di catechesi rivolto ai disabili, monsignor Carta e don Fois, conserveranno, invece, gli attuali incarichi nelle rispettive parrocchie. Il criterio ispiratore delle nuove nomine deve essere inquadrato nel canone 476, è spiegato in modo chiaro che il vescovo, ogni qualvolta lo ritenga opportuno, può nominare uno o più vicari episcopali, non solo per il buon governo della diocesi, ma anche per favorire la cooperazione di tutto il presbiterio. Non è casuale, dunque, il fatto che una comunicazione così delicata e importante per la prosecuzione ottimale dell’attività pastorale sia stata data proprio durante la celebrazione della Messa crismale che segna la ricorrenza dell’istituzione dell’Eucaristia e dell’Ordine sacro ed è una funzione che in ogni diocesi il vescovo presiede in Cattedrale con sacerdoti e religiosi riuniti attorno al suo pastore. Un segno di unità della Chiesa attorno al suo vescovo, dunque, che si carica di un significato simbolico particolare diventando una delle principali manifestazioni di pienezza del sacerdozio nonché momento di unità nella missione. Diversi i temi affrontati nell’omelia, a cominciare dal significato dell’olio crismale fino al ruolo della Chiesa nella società odierna di fronte alle sfide imposte dall’era digitale: «Il senso profondo del mistero che si celebra nei santi segni della liturgia crismale – ha spiegato monsignor Saba – è dunque da ricercarsi nel desiderio di liberazione che Dio nutre per l’uomo. Dio ha compiuto questa opera nella Pasqua di Cristo e, ancora oggi, continua con l’azione dello Spirito a liberare l’umanità dal peccato e dalla morte». Il vescovo, quindi, è tornato su uno dei temi portanti del suo ministero pastorale: «Il superamento degli spazi chiusi a favore di uno stile di Chiesa che sia realmente sinodale – ha proseguito – una Chiesa dagli spazi aperti in cui si vive la fraternità autentica, una Chiesa che non pensa, progetta e agisce in modo scomposto e isolato, ma si sente un’unica realtà, corresponsabile della testimonianza del Vangelo». Durante la funzione è stato distribuito anche il quaderno pastorale, frutto di un lavoro meticoloso e condiviso che rappresenta la sintesi dei due anni di attività dall’insediamento del vescovo Gian Franco in diocesi. Le funzioni del Giovedì santo proseguiranno questo pomeriggio con la Messa in coena domini, il tradizionale rito della lavanda dei piedi e l’avvio della visita ai sepolcri, le cosiddette Cerche, che fino a notte inoltrata animeranno le antiche chiese della città vecchia.

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