Difficile, se non impossibile, che una donna del Sud, alla fine della carriera, riesca ad arrivare a trentotto anni di contribuzione, per questo occorre promuovere una politica di sostegno che aiuti le lavoratrici a raggiungere una condizione di parità. Ne è convinta Annamaria Furlan, segretaria generale della Cisl nazionale, intervenuta i giorni scorsi, a Sassari, al consiglio generale della Cisl territoriale, per rilanciare le tante vertenze ancora drammaticamente aperte.
Furlan non ha certo risparmiato le bordate contro la manovra finanziaria varata dal governo che, secondo il sindacato d’ispirazione cattolica, penalizza famiglie e pensioni, stato sociale e volontariato tarpando le ali di un paese che dopo tanto patire sembrava risalire la china. Durante l’incontro con i giornalisti, nella sala del consiglio di amministrazione dell’Ersu, Annamaria Furlan ha rilanciato la proposta di riconoscere alle donne lavoratrici un anno di contribuzione in più per ogni figlio, non soltanto per dare valore sociale alla loro prestazione,
Annamaria Furlan (Cisl) a Sassari
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