Fieri di essere sardi, ma con le valigie in mano. Sono sempre di più gli studenti universitari che decidono di lasciare la Sardegna e proseguire con gli studi nelle realtà accademiche del nord Italia o dell’estero, dove sussistono maggiori possibilità di lavoro e di stabilità. A settembre 2017 quasi 10mila “cervelli” hanno abbandonato l’isola per trasferirsi altrove: numeri preoccupanti, che raccontano di un lento e progressivo esodo in grado di impoverire ulteriormente il nostro tessuto sociale. I dati emergono dalla ricerca “L’Università nel Mezzogiorno”, curato dall’istituto Svimez, associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno. Per quanto riguarda la Sardegna, nell’anno accademico 2017-2018 questo fenomeno ha coinvolto per la precisione ben 9.528 studenti, il 20,2% del totale, mentre sono stati 37.701 su 47.229 (il 79,8%), gli studenti che hanno deciso di restare in Sardegna o di recarsi in un ateneo del Meridione.
La ricerca è stata presentata lunedì 25 giugno a Roma. Riguardo al fenomeno in generale, l’ufficio stampa Svimez ha sottolineato che “nel corso degli ultimi quindici anni si è manifestato, con intensità crescente, un flusso migratorio dalle regioni meridionali verso il centro-nord o l’estero. La cronica debolezza della domanda di lavoro meridionale è all’origine di questo fenomeno. All’interno di questo trend si caratterizza per una rilevante crescita della
Una vita da fuorisede
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