4 marzo, un voto di protesta

Le elezioni politiche del 4 marzo si chiudono con un risultato inequivocabile. Vince il voto di protesta. Dalle urne emerge infatti la netta affermazione delle due forze politiche che, durante questa campagna elettorale, hanno fatto leva sui temi della denuncia anti-sistema e anti-euro: il Movimento 5 stelle guidato da Luigi di Maio, con il 32% dei voti, e la Lega di Matteo Salvini, che supera il 17% e sorpassa Forza Italia, ferma intorno al 14%. Grande sconfitto il Partito democratico, che si attesta intorno al 19%. Una disfatta che ha portato il segretario nazionale Matteo Renzi ad annunciare le proprie dimissioni. Risultati deludenti anche per Liberi e Uguali, appena sopra alla soglia del 3%.
Sul piano degli equilibri politici, lo scenario della geografia del voto appare sostanzialmente diviso in due. Il centrodestra conquista quasi tutti i collegi uninominali del Nord Italia e, trainata dalla Lega, si afferma come la coalizione vincente di queste consultazioni, con il 37% dei consensi. Secondo gli esperti i temi che hanno portato a questa

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