“Libertà”, oggi “periodico dell’arcidiocesi di Sassari” ma che alle origini rimarcava una valenza ben diversa con la sottointitolazione di «giornale del popolo», nella sua lunga storia ha cercato di vivere e interpretare il suo tempo, in linea con le diverse sensibilità degli uomini e delle donne che ne hanno animato la vita.
Un esempio, forse tra i più significativi, è costituito dalla questione femminile che ha visto trasformare il ruolo della donna, oggi non più solo quello di angelo del focolare. È questa una delle tematiche che ha subito con il passare dei decenni un’importante trasformazione, in linea con l’evolversi della stessa dottrina sociale della Chiesa.
Contro il femminismo
“Libertà” ha accompagnato questo cammino, talvolta condannandolo e reinterpretandolo secondo la morale cristiana. Così, il 20 marzo 1910, il giornale commentava i contenuti di una conferenza tenuta dal prof. Rodolfo Bettazzi nel “Circolo di Cultura” di Torino; una riflessione, questa, che andava ben al di là del ruolo della donna nella società civile. Bettazzi, ribadendo il senso della sacralità della famiglia cristiana, arrivava alla constatazione, infatti, che era «ingiusto ed inumano il dissacrarla, il toglierle la veste religiosa, l’offenderla col divorzio ed il libero amore».