Messa crismale. Fasciare le piaghe dei cuori spezzati

Con mascherina e a un metro di distanza, giovedì 28 maggio, il vescovo Gian Franco insieme al presbiterio turritano ha celebrato la messa crismale, offrendo ai fedeli laici la possibilità, come di consueto in questo periodo, di seguirla da casa attraverso gli ormai noti strumenti di comunicazione della diocesi, poiché per stare dentro le indicazioni anti-assembramento i parroci sono stati i rappresentanti delle diverse comunità. Normalmente questa solenne celebrazione si tiene la mattina del Giovedì santo in quanto simbolicamente collegata all’evento pasquale, ma grazie alla possibilità offerta dalla fine del lockdown, il rito si è svolto alle soglie della Pentecoste, all’interno dei cinquanta giorni del tempo liturgico di Pasqua. Tutta la ritualità di questa antica liturgia, di cui troviamo traccia a partire dal VII secolo avanti Cristo, mette al centro Cristo, l’unto del Signore mandato a portare ai poveri il lieto annuncio. Gli oli che vengono benedetti, l’olio dei catecumeni, l’olio degli infermi

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