È stata una Pasqua completamente diversa dall’ordinario. L’emergenza per il Covid-19 ha stravolto i riti secolari della Settimana Santa e la stessa Pasqua di Resurrezione. Non era mai capitato che il giorno più importante dell’anno liturgico venisse celebrato senza popolo. Eppure la presenza dei fedeli c’era, grazie all’apporto tecnologico del web e anche della tv. Perché è stata davvero la prima Pasqua informatica, che ha fatto capire quanto la Chiesa sia in grado di utilizzare in modo sapiente le risorse tecnologiche contemporanee. E la Chiesa turritana ha assicurato celebrazioni, liturgie e anche riflessioni quotidiane.
Un passaggio epocale insomma, che non ha riscontri nel passato, pure ricco di epidemie che hanno segnato la storia dell’umanità e di tante comunità, a cominciare da quella sassarese, che nei secoli ha dovuto fare i conti con terribili pestilenze e contagi da colera. La Faradda è essa stessa un Voto all’Assunta, rinnovato più volte nel tempo perché Sassari venisse liberata dalla peste. In quelle situazioni non esistevano ancora la tv, il web e gli strumenti tecnologici di oggi.
Stavolta le messe sono state celebrate in chiesa e seguite dai fedeli nelle loro case. Come ha sottolineato
La Chiesa e il suo popolo
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