Lo specchio negativo della società

Sulla povertà, anzi, sulle diverse forme di povertà dei nostri tempi, è preoccupante il silenzio che ci circonda. Come ha detto Papa Francesco nell’Angelus di domenica 17 novembre, Terza Giornata mondiale dei Poveri, ciò che colpisce è «l’indifferenza della società verso tutti i poveri».
C’è un dato nel Report su povertà ed esclusione sociale in Sardegna elaborato in base ai dati dei Centri d’ascolto delle Caritas diocesane e presentato a Sassari nei giorni scorsi. I “Neet”, ovvero i giovani con un’età compresa tra i 15 e i 29 anni, ascoltati nel 2018 sono stati 1.343, pari al 16,9 del totale. Ebbene, di questi il 56 per cento possedeva appena la licenza media inferiore, mentre solo tre persone erano laureate. Nel 2018 nella nostra isola si è registrata l’incidenza più alta (il 23 per cento) di 18-24enni che non hanno titoli scolastici superiori alla terza media, non possiedono qualifiche professionali, non frequentano corsi scolastici e neppure attività formative. Questa nuova forma di povertà è probabilmente quella più devastante ai nostri giorni. Perché esclude automaticamente dal mondo del lavoro e pone ai margini della società una fetta consistente della popolazione,

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