La grande lezione della Carta

La seconda metà del Novecento segna per convenzione la nascita dell’Italia repubblicana che vide la luce, come direbbero gli storici, grazie al sacrificio dei caduti in battaglia e delle vittime della dittatura nazifascista.
All’indomani della Seconda Guerra mondiale, infatti, il 2 giugno 1946, fu chiesto agli italiani, con referendum, di scegliere tra Monarchia e Repubblica e i cittadini, al riguardo, ebbero pochi dubbi. Poi, in seguito a una lenta maturazione e al grande lavoro dei padri costituenti, Il 1° gennaio 1948 entrò in vigore la Costituzione della Repubblica che diede all’ordinamento dello Stato italiano una marcata impronta democratica.
I principi fondamentali della Costituzione fanno parte del nostro vissuto quotidiano eppure su quei valori, duole rimarcarlo, non si riflette mai abbastanza. Specie nell’ultimo periodo. Ogni mattina, quando andiamo a scuola o al lavoro, possiamo farlo grazie alla Costituzione, quando scegliamo i nostri rappresentanti in Comune o in Parlamento è perché lo ha stabilito la legge fondamentale dello Stato. La tutela della dimensione sociale dell’individuo, la solidarietà come principio di convivenza civile, l’uguaglianza, la tutela dell’ambiente e la libertà di espressione sono tutti principi sanciti dalla Carta costituzionale, la legge suprema, alla quale devono essere improntate tutte le altre.
Ma non è solo una questione meramente giuridica, c’è, dietro la Costituzione,

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