La Madonna risvegli le coscienze

A fare paura non sono più i bombardamenti del comando alleato, come settantasei anni fa, ma lo svilimento delle relazioni umane che nell’ultimo periodo hanno subito una preoccupante involuzione. La crisi economica è ricaduta in modo pesante su una città ora intorpidita che pare avere perso quel senso di cooperazione, elemento centrale delle stagioni più floride della sua storia.
Domenica scorsa i sassaresi, con la consueta devozione, hanno sciolto il Voto alla Madonna delle Grazie, istituito sul finire della seconda Guerra mondiale, dall’allora arcivescovo Arcangelo Mazzotti, ricalcando una tradizione con radici profonde. Dietro il simulacro della Madonnina, nonostante la pioggia, c’era una comunità intera in tutte le sue componenti, memore di quello che, con gli occhi della fede, è stato sempre interpretato come l’intervento straordinario della «Signora di nostra città». Per tre volte gli apparecchi del comando alleato si levarono in volo per bombardare Sassari, ma senza esito: «Le testimonianze più importanti – scrisse in quei giorni Aldo Cesaraccio, l’allora direttore del quotidiano La Nuova Sardegna – vennero fornite da qualcuno degli stessi piloti che avevano ricevuto l’incarico di bombardare Sassari a tappeto, risultò così che per ben tre

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